FONDAZIONE
MARIO TOMMASINI

Convenzione Onu sui diritti dei disabili

07-06-2011


La Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità ha fatto cento. 
Lo scorso 10 maggio, con la ratifica della Colombia, sono diventate infatti proprio cento le nazioni che hanno firmato e ratificato il primo trattato sui diritti umani del nuovo millennio: in cento Stati del mondo, dunque, la Convenzione è effettivamente entrata in vigore. 
I dati aggiornati riguardanti la Convenzione parlano dunque di 148 stati che hanno firmato il testo della Convenzione (100 dei quali, appunto, hanno proceduto con la ratifica) e di 90 nazioni che hanno firmato il Protocollo opzionale (ratificato da 61 di queste). “Si tratta – ha immediatamente commentato il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon – di un’importante pietra miliare per la Colombia e per l’intera comunità mondiale: la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità è un potente strumento per l’inclusione e lo sviluppo, va utilizzato per produrre effettivi miglioramenti nella vita delle persone con disabilità”. “Siamo fortemente incoraggiati – gli ha fatto eco Sha Zukang, sottosegretario generale del Dipartimento degli affari sociali ed economici – dalla centesima ratifica della Convenzione: essa rappresenta un grande risultato per la comunità internazionale nel cammino verso una società giusta ed equa, basata sulle pari opportunità per tutti, persone con disabilità incluse”.
La Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità è il primo trattato sui diritti umani siglato nel 21esimo secolo: aperto alla firma il 30 marzo 2007 e immediatamente siglato da 82 paesi (un record, mai un trattato era stato firmato il primo giorno da così tanti paesi). 
Obiettivo della Convenzione è garantire che le persone con disabilità godano degli stessi diritti degli altri individui, e conducano a pieno titolo una vita da cittadini, essendo messi in grado di dare un contributo significativo alla società sulla base della garanzia delle medesime opportunità. 
La Convenzione rivendica i diritti alla non discriminazione e all’uguaglianza di fronte alla legge, alla libertà e alla difesa dell’individuo, all’accessibilità, alla mobilità personale, all’indipendenza, alla salute, al lavoro e all’istruzione, alla partecipazione alla vita politica e culturale. 
Per raggiungere questi scopi, la Convenzione richiede cambiamenti concreti attraverso leggi efficaci e un cambiamento di mentalità: il passaggio cioè da una visione “medica” ad una visione “sociale” della disabilità, vista dunque come il risultato dell’interazione fra una persona e l’ambiente che la circonda. Nel mondo si calcola che il 10% della popolazione, cioè circa 650 milioni di persone, viva con una disabilità.
L’Italia è fra i paesi che hanno firmato immediatamente sia la Convenzione sia il Protocollo opzionale: alla firma del 30 marzo 2007 è poi seguita la ratifica, depositata ufficialmente alle Nazioni Unite il 15 maggio 2009. 
La gran parte dei paesi europei è nella stessa situazione italiana, avendo ratificato sia il testo della Convenzione sia il protocollo aggiuntivo, come anche praticamente tutta l’America centrale e l’America latina (dal Messico all’Argentina, con rare eccezioni). 
Fra i grandi paesi, anche l’Australia ha ratificato Convenzione e Protocollo. 
Più diluita la situazione negli altri continenti: la Cina (come il Canada e l’India) ha firmato e ratificato la Convenzione ma non il Protocollo, mentre gli Stati Uniti non hanno ancora proceduto ad alcuna ratifica, e sono fermi alla sola firma del testo della Convenzione. Nella stessa situazione si trovano anche Russia e Giappone. Molto diluita, infine, la situazione in Africa: il Sudafrica ha ratificato Convenzione e Protocollo, come anche fra gli altri Sudan, Nigeria, Tanzania e Tunisia. Algeria, Etiopia, Kenya e Egitto hanno ratificato la sola Convenzione, mentre paesi come Ciad, Angola e Repubblica Democratica del Congo non hanno finora neppure firmato il testo della Convenzione.